top of page

Tu compreresti un appendibebè?

Aggiornamento: 19 lug 2022

Perché non conviene acquistare un marsupio classico?

Quando è nata mia figlia, avevo comprato un Babybjörn in un famoso negozio della mia zona (prezzo di acquisto sugli 80 euro, quindi né il modello base, né quello super “rinforzato”). Non ricordo quante volte l’ho usato, ma l’ho presto abbandonato… A parte il sistema di aggancio molto poco pratico (ho subito quasi spaccato uno dei due ganci laterali), era scomoda proprio la posizione della bambina dentro al marsupio, e io mi sentivo completamente impedita, con una sensazione strana che non sapevo meglio descrivere. Solo dopo ho scoperto l’esistenza delle fasce portabebè grazie a un forum di neomamme…

E quindi, perché i marsupi “appendibebè” tipo Chicco o Babybjörn (inclusi quelli più rinforzati o evoluti) non permettono di portare un bambino in una posizione adeguata?

Nei marsupi classici che si trovano di solito nei negozi di puericultura, il bambino viene portato in una posizione che non rispetta né il suo corpo, né quello della persona che lo porta:

  • Viene portato con la schiena dritta

  • Le sue gambe ricadono all’indietro, formando un arco, a volte sbattendo sulle gambe dell’adulto che, camminando, non può evitare di incontrare le gambe del bambino

  • Non è seduto ma appeso, scaricando tutto il suo peso sui genitali (includendo solo una parte delle cosce nella versione più costosa di alcune marche)

  • Le sue braccia ricadono lontane dal suo corpo, spesso incastrate nei buchi previsti per il loro passaggio

  • Il bambino non ha modo di rannicchiarsi

  • L’asse bacino-colonna vertebrale-testa non ha una posizione naturale per la sua età

Questo tipo di marsupio ha quindi bisogno di “rinforzi” per sostenere la testa e la schiena del bambino, dando l’impressione che il bambino sia stabile mentre purtroppo si perdono tutti i vantaggi del portare in una posizione ergonomica.


Se vuoi capire meglio, ti invito a dare un’occhiata qui per osservare la posizione e la sensazione che procura.

Per la persona che porta il bambino, il “comfort” dei primi utilizzi dura poco:

  • Presto il bambino “diventa pesante”

  • Il peso del bambino è mal distribuito sul corpo dell’adulto portatore, con spesso mal di schiena come conseguenza

  • Una sensazione di “pacco appeso al proprio corpo”

Per queste ragioni questi marsupi vengono presto abbandonati mentre, con lo stesso investimento iniziale, un portabebè ergonomico avrebbe permesso di approfittare di tutti i vantaggi del portare ancora per molti mesi.

Come preferiresti stare? Come sulla foto a sinistra, o come su quella a destra? Guarda qui…

Meglio quindi evitare i marsupi “appendibebè” o limitarne l’uso quotidiano in modo da limitare anche i rischi legati alla cattiva postura del bambino: sviluppo scorretto delle anche e della schiena del bambino, rischio di compressione delle arterie e delle vertebre, dolori alla schiena per chi lo porta, ecc.

Sappi infine che si può sempre migliorare la seduta di un bambino in un marsupio non ergonomico o in un portabebè ergonomico (mei tai o strutturato) diventato troppo piccolo: basta usare un foulard, un pareo o un rebozo per allargare la seduta e sostenere le sue gambe, come ha fatto questa mamma. Non è la soluzione ideale, ma se non hai modo di fare diversamente e portare il tuo bambino ti sta a cuore, pensaci.


Se questo post ti ha messo curiosità e vuoi imparare a portare con una fascia lunga, un bei dai o un portabebè strutturato, ti invito a partecipare al mio prossimo Atelier portabebè o al corso di babywearing più vicino a te. Può essere anche una bella idea di regalo per una mamma in attesa!



Non mi conosci?


Mi sono formata come doula presso l’Associazione Eco Mondo Doula nel 2008, ottenendo poi la certificazione di professional post-partum support con Joy in Birthing & Bumi Sehat nel 2015 e quella di Newborn Mothers Postpartum Professional con Newborn Mothers Australia nel 2018. Dal 2013 sono socia dell'associazione Mammadoula.

Sono anche peer counselor in allattamento, avendo seguito il corso base secondo il modello OMS UNICEF nel 2016. Ho seguito poi anche il corso avanzato nel 2017, il corso sull'allattamento dei gemelli a inizio 2021, e infine un ulteriore corso di approfondimento di 35 ore sulle difficoltà in allattamento nel 2022.

Altri corsi che fanno di me la professionista che sono oggi includono: “Promozione della salute, dell’allattamento e della genitorialità responsiva nei primi 1000 giorni con un approccio transculturale” (Istituto Superiore di Sanità), “Home Visiting - Supportare le famiglie per il benessere dei bambini da 0 a 3 anni”, formazione Babywearing, Becoming Us professional workshop, Primo soccorso pediatrico, Workshop babysigns Italia.

La doula è unə professionista operante nel settore del sostegno alla genitorialità e offre il suo sostegno emotivo, pratico e informativo alle donne e coppie durante la gravidanza e il post-parto. Non si sostituisce all'ostetrica e non possiede alcuna formazione medica.

Nella mia pratica come doula e peer counselor in allattamento mi avvalgo della collaborazione con la consulente IBCLC Micaela Notarangelo o di altre consulenti professionali in allattamento presenti sul territorio ogni volta che lo ritengo necessario per la buona prosecuzione dell'allattamento delle mie clienti.

385 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page