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Doula, la donna che viene dalla casa di fronte

Aggiornamento: 27 set 2022

“Una madre che non ha allattato è una madre che è stata lasciata sola dalla società” dice Ibu Robin Lim

L’essere umano ha allattato con successo per migliaia di anni, ma oggi solo una madre su tre raggiunge i propri obiettivi di #allattamento al seno.


Le donne vogliono allattare ma per qualche motivo non ce la fanno, e quando un problema diventa così diffuso bisogna smettere di incolpare le singole madri e iniziare ad allargare lo sguardo…


Dopo essere stata delusa dalla sua esperienza personale, l'antropologa Dana Raphael si stava chiedendo perché l'allattamento al seno fosse così difficile per le donne della nostra cultura, e decise di intraprendere delle ricerche.


In una intervista [qui il pdf], racconta come è nata la figura che oggi chiamiamo ‘doula’:


Non ero riuscita ad allattare mio figlio e mi sentivo devastata.
Così, iniziai a fare ricerca per sapere come facessero le donne in altre culture del mondo per mantenere i loro bambini in vita.
Ho studiato questa materia in 178 culture, e ho scoperto che ogni volta, in ogni cultura, esisteva l’usanza di avere una persona al proprio fianco dopo il parto. Spesso, questa persona era la propria madre.
Un giorno, un’anziana donna greca stava ascoltando la conversazione che stavo avendo con la nuora. “Ah sì”, disse. “È la #doula. È la donna che viene dalla casa di fronte per aiutare la mamma con il bambino appena nato”.

Dana Raphael coniò così la parola ‘doula’ – nella sua accezione moderna – per indicare la persona che ha il ruolo di aiutare una neomamma per la buona riuscita dell’allattamento al seno. Con il tempo, la nostra società industriale carente di sostegno e di umanità ha portato le donne a portarsi le doule anche nella stanza del parto e ora la parola è sinonimo di una persona di sostegno alla nascita.


Ma quello che la ricercatrice aveva scoperto è che per allattare ci vuole sostegno.


Quando una madre incontra delle difficoltà con l’allattamento, la risposta tipica nelle nostre culture è quella di cercare i problemi da risolvere e risolverli. Le donne ricevono quindi consigli e informazioni, tabelle e quant’altro. Sono invitate a pesare i bambini e i grammi di latte, e ad usare attrezzature, tiralatte e latte artificiale…

Queste strategie sono utili, ma non dovrebbero essere l'unico aiuto che riceve una madre… Il sostegno nel quotidiano è un elemento fondamentale.


Spesso, quando una madre esprime le sue difficoltà, quello che sente davvero è “non avevo idea che sarebbe stato così difficile, sicuramente faccio qualcosa di sbagliato, sono un fallimento”.


Non sei un fallimento.


L'allattamento è anche una competenza che va imparata, spesso anche con fatica, ma non solo: il “problema” con l’allattamento, è che non solo ti serve impararlo, ma ti serve anche sostegno, almeno per i primi tempi. Perché anche se ti viene bene, rimane che è una cosa impegnativa, che ti assorbe tutta per diverse settimane, e quindi organizzarti per avere un #sostegno nelle prime 6 settimane non è un lusso, ma è una cosa saggia.



Certo oggi non puoi chiedere alla tua vicina di fronte di venirti ad aiutare per tutti i primi giorni e le prime settimane di allattamento, ma puoi individuare per tempo le persone che vorrai al tuo fianco per le primissime settimane dopo il parto.


Dovranno essere persone di cui ti fidi, non invasive, che rispettano le tue scelte e che siano molto ben informate su come funziona l’allattamento. Dovranno essere persone umili, che sanno portare il loro aiuto, un piatto cucinato, un po’ di spesa, arrivando in punta di piedi e venendo via senza far rumore.


Queste persone potranno essere la tua mamma o la tua suocera se ci vai d’accordo, un’amica del cuore, una doula, un’ostetrica o una zia… qualsiasi persona, anche una sola, purché abbia le qualità richieste.


Questo da solo non ti garantisce che riuscirai ad allattare, ma sicuramente ti aiuterà ad evitare il burn-out che colpisce tutte le mamme che cercano disperatamente di imparare ad allattare continuando a fare tutto da sole.


Come doula offro il mio sostegno a tutti i genitori, che allattino al seno o con il biberon, per scelta o per qualsiasi motivo. Qui trovi un esempio di Pacchetto di sostegno post-parto.


Se sei una doula o se stai pensando di diventarlo, trovi altri approfondimenti sul termine doula qui: Blessingway, doule e appropriazione culturale



Non mi conosci?


Mi sono formata come doula presso l’Associazione Eco Mondo Doula nel 2008, ottenendo poi la certificazione di professional post-partum support con Joy in Birthing & Bumi Sehat nel 2015 e quella di Newborn Mothers Postpartum Professional con Newborn Mothers Australia nel 2018. Dal 2013 sono socia dell'associazione Mammadoula.

Sono anche peer counselor in allattamento, avendo seguito il corso base secondo il modello OMS UNICEF nel 2016. Ho seguito poi anche il corso avanzato nel 2017, il corso sull'allattamento dei gemelli a inizio 2021, e infine un ulteriore corso di approfondimento di 35 ore sulle difficoltà in allattamento nel 2022.

Altri corsi che fanno di me la professionista che sono oggi includono: “Promozione della salute, dell’allattamento e della genitorialità responsiva nei primi 1000 giorni con un approccio transculturale” (Istituto Superiore di Sanità), “Home Visiting - Supportare le famiglie per il benessere dei bambini da 0 a 3 anni”, formazione Babywearing, Becoming Us professional workshop, Primo soccorso pediatrico, Workshop babysigns Italia.

La doula è unə professionista operante nel settore del sostegno alla genitorialità e offre il suo sostegno emotivo, pratico e informativo alle donne e coppie durante la gravidanza e il post-parto. Non si sostituisce all'ostetrica e non possiede alcuna formazione medica.

Nella mia pratica come doula e peer counselor in allattamento mi avvalgo della collaborazione con la consulente IBCLC Micaela Notarangelo o di altre consulenti professionali in allattamento presenti sul territorio ogni volta che lo ritengo necessario per la buona prosecuzione dell'allattamento delle mie clienti.

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